La direttiva UE 2020/2184 in vigore dal 12/01/2021 e il cui termine per essere recepita è il 12/01/2023 raffigura l’aggiornamento dell’attuale normativa concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, attuato revisionando l’elenco dei valori di parametro di qualità, introducendo sistemi di omologazione dei materiali a contatto con le acque, implementando i sistemi di informazione agli utenti per renderli più consapevoli dei loro consumi, monitorando i tassi di perdita utilizzando l’indice di perdita dell’infrastruttura (ILI) e incentivando l’approccio basato sulla gestione del rischio per mezzo dei piani di sicurezza dell’acqua (PSA) sulle linee guida dell’OMS.

I parametri chimici individuati dal decreto includono tutti i parametri della Direttiva 98/83/CE, adottando gli stessi valori o, in alcuni casi, criteri più stringenti, come nel caso dei “trialometani” il cui valore di parametro di 100 microgrammi/litro è stato ridotto a 30 microgrammi/litro. Inoltre, per garantire un più elevato grado di tutela della salute, sono stati inseriti parametri stabiliti in base al principio della sussidiarietà, che tengono conto delle caratteristiche delle risorse idriche e dei sistemi idro-potabili del territorio nazionale. Questi, ad oggi, riguardano il vanadio e i cloriti tra i parametri chimici di valenza sanitaria (allegato 1 parte A), il disinfettante residuo e la durezza (allegato 1 parte C), inseriti tra i parametri indicatori.

Per quanto riguarda il controllo di fattori di rischio chimico non inclusi in allegato I, non oggetto di ordinario controllo, il Decreto  Legislativo 31/2001 stabilisce che le acque destinate al consumo umano non devono contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana.
L’Azienda unità sanitaria locale assicura una ricerca supplementare, caso per caso, delle sostanze e dei microrganismi per i quali non sono stati fissati valori di parametro, qualora vi sia motivo di sospettare la presenza in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. La fissazione di valori per parametri aggiuntivi è di competenza dello Stato.

I parametri e i valori parametrici della direttiva, così come il recepimento nazionale di questi, sono basati sulle conoscenze scientifiche disponibili, tenendo conto del principio di precauzione, al fine di garantire che le acque possano essere utilizzate e consumate in condizioni di sicurezza nell’intero arco della vita. In generale, i valori parametrici individuati si fondano sugli orientamenti stabiliti dall’Organizzazione mondiale della Sanità (WHO). La valutazione del rischio sulle sostanze non espressamente indicate in allegato I del Decreto Legislativo 31/2001 è effettuata dall’Istituto Superiore di Sanità.

I parametri sono così suddivisi:
– Parametri microbiologici
– Parametri chimici
– Parametri indicatori
– Parametri emergenti