Il 28 aprile è stato approvato, in commissione Affari sociali della Camera, l’emendamento del Governo al decreto Riaperture e il Ministro Speranza ha emanato un’ordinanza che anticipa gli effetti dell’emendamento.
Il 1° maggio porterà con sé le novità relative all’obbligo di indossare le mascherine nei luoghi chiusi. Il periodo emergenziale si è concluso al 31 marzo e con questa data finisce anche il periodo di emanazione di “decreti emergenziali”. Per tale motivo, questa volta la modifica avviene tramite un emendamento al D.L. 24 marzo 2022, n. 24 e un’ordinanza “ponte” del Ministro Speranza, che stabiliscono le nuove regole.

Luoghi di lavoro

Nell’ordinanza, per i luoghi di lavoro, senza distinzione tra pubblico e privato viene raccomandata la necessità di proteggere naso e bocca e quindi l’uso della mascherina è solo fortemente raccomandato.

La “raccomandazione” è una sorta di invocazione alla prudenza in forza della quale le condizioni di salubrità generali non sono più imposte da atti dispositivi. La linea che l’ordinanza è quella di raccomandare i dipendenti a proteggersi.

Il datore di lavoro, nonostante la fine dell’imposizione, può liberamente mantenere l’obbligo di mascherina nell’esercizio del suo potere organizzativo al fine di garantire salubrità e sicurezza nei luoghi di lavoro.

È necessario ricordare che qualche settimana fa i ministeri della Salute, del Lavoro e delle Attività produttive hanno rinnovato con le parti sociali i protocolli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. I protocolli prevedono l’impiego della mascherina: pertanto, tale disposizione, permarrà sino all’aggiornamento degli stessi.

In ogni caso la raccomandazione generale determina l’applicazione di linee di comportamento prudenti: insomma, nei casi in cui si riscontreranno affollamenti nei locali aziendali sarà meglio indossare le mascherine. E la combinazione con un uso “intelligente” degli spazi di lavoro anche attraverso lo smart working potrà ridurre i rischi e far sentire in una condizione di maggiore tranquillità i lavoratori.

Inoltre, salvo precisazioni dell’ultimo minuto, dal 1° maggio, con il superamento dell’obbligo del green pass, anche i non vaccinati potranno pertanto tornare nei luoghi di lavoro e non sarà richiesto, dunque, neppure il tampone.

Per quanto riguarda il green pass, lo stesso non cessa di esistere, così come l’obbligo vaccinale per certe categorie, ma non è più di fatto richiesta la verifica per l’accesso nei luoghi di lavoro.